Bandi di Gara

Fondo perduto imprese Roma 2025: il bando Voucher Doppia Transizione Digitale ed Ecologica

Voucher Doppia Transizione Digitale ed Ecologica 2025: contributi a fondo perduto per le imprese di Roma e provincia La Camera di Commercio di Roma ha pubblicato il nuovo Bando Voucher Doppia Transizione Digitale ed Ecologica 2025, che mette a disposizione un budget complessivo di 10 milioni di euro a favore delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) del territorio.L’obiettivo è sostenere sia la digitalizzazione dei processi aziendali, sia l’efficientamento energetico attraverso interventi concreti. Chi può partecipare Il bando è rivolto alle MPMI con sede legale o unità locale a Roma e provincia, attive e iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Roma.Sono escluse le imprese che hanno già beneficiato dei precedenti bandi del progetto “La doppia transizione” nel triennio 2023–2025. Spese ammissibili Le imprese possono scegliere una sola linea di intervento: Linea A – Transizione digitaleInvestimenti in tecnologie come intelligenza artificiale, big data, cybersecurity, blockchain, e-commerce, sistemi gestionali integrati, soluzioni per lo smart working e per l’automazione dei processi. Linea B – Transizione ecologicaSpese per audit energetici, sistemi di gestione ISO 50001, impianti fotovoltaici, pompe di calore, collettori solari, sistemi di domotica per il risparmio energetico e macchinari ad alta efficienza.Per alcune voci (fotovoltaico e altri impianti), sono ammissibili anche costi di montaggio, trasporto e opere murarie entro il limite del 20% della spesa. Le spese devono essere sostenute nel periodo 1° gennaio 2025 – 30 aprile 2026. Contributo previsto 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 10.000 € per impresa. Spesa minima richiesta: 3.000 €. Premialità di 250 € per le imprese in possesso del rating di legalità. Presentazione della domanda La procedura è interamente online sul portale Restart Infocamere e potrà essere presentata:📅 dalle ore 14:00 del 15 settembre 2025 alle ore 14:00 del 25 settembre 2025. Le domande saranno valutate con modalità a sportello, quindi l’ordine cronologico di presentazione è decisivo: chi invia per primo ha maggiori probabilità di ottenere il contributo. 👉 Affidati a una consulenza esperta per massimizzare le possibilità di vedere accolta la tua domanda. 📩 Scrivici dal modulo contatti qui sotto, oppure chiamaci per una consulenza dedicata.

Clausola premiale per la parità di genere: l'obbligo nelle gare pubbliche secondo l'ANAC

Clausola premiale per la parità di genere: l’obbligo nelle gare pubbliche secondo l’ANAC

Il caso di Trinitapoli e l’intervento dell’ANAC Nel Parere di Precontenzioso n. 145 del 9 aprile 2025, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha chiarito un aspetto fondamentale del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 36/2023): l’obbligo, per le stazioni appaltanti, di prevedere criteri premiali volti alla promozione della parità di genere. L’intervento trae origine da una procedura negoziata indetta dal Comune di Trinitapoli per l’affidamento del servizio di refezione scolastica. Nella documentazione di gara mancava una clausola premiale specifica legata alla parità di genere, prevista dall’art. 108, co. 7 del Codice. L’articolo 108, comma 7 del Codice dei contratti Tale norma impone alle stazioni appaltanti di attribuire un punteggio premiale alle imprese che adottano politiche per la parità di genere, certificate ai sensi dell’art. 46-bis del Codice delle pari opportunità (D.lgs. 198/2006). Secondo l’ANAC, la semplice previsione di obblighi occupazionali generici (es. assunzioni di donne o giovani) o certificazioni di qualità non specificamente orientate alla parità non soddisfa il dettato normativo. Differenze tra clausole sociali e clausole premiali La Stazione Appaltante aveva richiamato l’art. 102 del Codice, che prevede obblighi per l’aggiudicatario legati a pari opportunità e inclusione. Tuttavia, l’ANAC ha puntualizzato che l’art. 108, co. 7, richiede qualcosa di distinto: una valutazione premiale preventiva, applicabile a tutti i concorrenti e basata su certificazioni di genere. In sintesi: L’art. 102 impone oneri post-aggiudicazione (es. impegni occupazionali); L’art. 108 prevede premi in fase di valutazione dell’offerta, con criteri specifici. Le conseguenze della violazione Nel caso in esame, l’assenza della clausola premiale ha comportato la non conformità della lex specialis alla normativa vigente. Di conseguenza, l’ANAC ha invitato la Stazione Appaltante ad annullare la procedura e ripubblicare il bando con il rispetto dei requisiti previsti. Per approfondire il supporto legale in materia di contratti pubblici e corrette clausole nei bandi, visita la pagina dedicata ai servizi in appalti pubblici dello Studio Campofranco. Per ulteriori riferimenti normativi e giurisprudenziali è possibile consultare il sito dell’ANAC. Conclusione: consulenza legale per gare conformi L’applicazione corretta delle clausole premiali è essenziale per la validità delle procedure di gara. Gli errori nella redazione della documentazione possono condurre all’annullamento dell’intera procedura. Per una consulenza con l’Avv. Massimiliano Campofranco sulla corretta predisposizione dei bandi e sulla conformità alla normativa sugli appalti, compila il form qui sotto.

Bando Donne e Impresa Lazio 2025: come ottenere fino a 100.000 € a fondo perduto

Bando Donne e Impresa Lazio 2025: come ottenere fino a 100.000 € a fondo perduto

La Regione Lazio ha lanciato il nuovo bando Donne e Impresa, finanziato dal PR FESR 2021‑2027, con l’obiettivo di sostenere la crescita e la competitività delle PMI femminili del territorio. Con un budget complessivo di 3 milioni di euro, la misura offre contributi a fondo perduto per investimenti in innovazione, ammodernamento e soluzioni digitali. Cos’è il Bando Donne e Impresa L’avviso pubblico concede un contributo «de minimis» fino a 100.000 € per ogni progetto presentato da una PMI femminile, con un’intensità di aiuto compresa tra il 30% e il 60% dei costi ammissibili. Per partecipare è richiesto un investimento minimo di 30.000 €. Chi può partecipare Lavoratrici autonome donne Imprese individuali con titolare donna Società di persone, cooperative o studi associati con almeno il 60% di socie donne Società di capitale con almeno due terzi di quote e organi di amministrazione in mano femminile Le imprese devono avere (o attivare entro il saldo) una sede operativa nel Lazio e possedere i requisiti di regolarità per contrattare con la Pubblica Amministrazione. Spese ammissibili Investimenti materiali e immateriali, inclusi canoni software e nuove soluzioni digitali Adeguamento dei locali operativi (massimo 20% della voce precedente) Servizi qualificati e strategici “una tantum” (massimo 20% della voce principale) In automatico sono riconosciuti, a forfait, i costi del personale interno e le spese generali pari al 20% delle spese rendicontate. Scadenze e modalità di presentazione Le domande vanno caricate su GeCoWEB Plus: Aperti dal 15 aprile 2025 alle 12:00 Chiusi il 3 giugno 2025 alle 17:00 Dopo il termine la piattaforma non accetterà ulteriori invii. Criteri di valutazione Maggiore cofinanziamento rispetto al minimo richiesto Anzianità dell’impresa (premiate le aziende più giovani) Numero di addetti Percentuale di imprenditrici under 35 Possesso di certificazioni di sostenibilità ambientale Vantaggi strategici Accedere a queste risorse significa finanziare tecnologie avanzate, rinnovare processi produttivi e migliorare la sostenibilità, ottenendo un vantaggio competitivo solido sul mercato regionale e nazionale. Perché richiedere supporto legale specialistico Un errore formale può compromettere l’accesso ai fondi. Con il team di Studio Campofranco puoi: Verificare l’ammissibilità della tua PMI in anticipo Predisporre correttamente domanda e documenti allegati Massimizzare il punteggio con una strategia di cofinanziamento adeguata Garantire la conformità dei contratti con i fornitori selezionati Il Bando Donne e Impresa Lazio 2025 rappresenta un’occasione concreta per potenziare l’imprenditoria femminile regionale. Compila subito il form qui sotto e richiedi una consulenza gratuita con l’Avv. Massimiliano Campofranco:insieme a lui potrai preparare la domanda più efficace per sfruttare al massimo questo bando europeo.

Contributi a Fondo Perduto

Contributi a fondo perduto per l’efficienza energetica e le rinnovabili nel Lazio

Se hai un’impresa nel Lazio e vuoi abbattere i costi energetici migliorando al contempo la sostenibilità della tua attività, i contributi a fondo perduto previsti dalla Regione Lazio sono un’occasione unica. Grazie a uno stanziamento di 40 milioni di euro, il bando regionale finanzia interventi per l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Questa iniziativa sostiene concretamente le imprese che vogliono diventare più competitive, ridurre l’impatto ambientale e affrontare con maggiore sicurezza l’instabilità del mercato energetico. Chi può ottenere i contributi a fondo perduto Possono accedere al bando: Tutte le imprese con sede operativa nel Lazio; Aziende che nel 2023 hanno registrato consumi ≥ 60 MWh di energia primaria; Imprese in contabilità ordinaria e in possesso dei requisiti per contrattare con la PA. È possibile presentare un solo progetto per impresa, esclusivamente in forma singola. Cosa finanziano i contributi a fondo perduto Gli investimenti finanziati possono riguardare: L’efficientamento energetico degli edifici; L’efficientamento energetico dei processi produttivi Tali investimenti primari possono essere accompagnati da ulteriori investimenti finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Ogni progetto deve garantire: Riduzione minima del 30% delle emissioni di gas serra; Riduzione del 30% dei consumi energetici, in caso di interventi sugli edifici; La quota destinata all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili non può superare il 50% del contributo totale. Spese ammissibili con i contributi a fondo perduto Tra le spese finanziabili: Progettazione tecnica (fino al 10%); Diagnosi energetica ex ante e relazione ex post; Certificazione ISO 50001; Spese per fideiussioni e consulenze contabili. Gli impianti devono essere destinati all’autoconsumo con una tolleranza del 15%. Sono ammessi sistemi di accumulo, se assorbono almeno il 75% dell’energia prodotta. Per il fotovoltaico sono richiesti moduli ad alta efficienza di produzione europea. Importi dei contributi a fondo perduto e percentuali coperte L’agevolazione è un contributo a fondo perduto fino a 2 milioni di euro per progetto.Investimento minimo richiesto: 150.000 euro. Percentuali finanziabili: Fino al 65% per piccole imprese; Fino al 55% per medie imprese; Fino al 45% per grandi imprese. In caso di miglioramenti delle prestazioni energetiche ≥ 40%, le aliquote possono salire di 15 punti percentuali. Criteri di selezione per i contributi a fondo perduto e termini La selezione avviene a sportello, in ordine cronologico di presentazione delle domande, a partire dal 16 settembre 2024 e sino alla chiusura del bando prevista per il 16 luglio 2025 ore 18:00. Sono previsti i seguenti criteri di valutazione: Livello di cofinanziamento privato; Riduzione dell’impatto ambientale; Tempo di ritorno economico dell’investimento; Consumi energetici aziendali; Innovazione tecnologica (domotica, digitalizzazione); Certificazione parità di genere; Accessibilità per disabili. Punteggio minimo richiesto: 40 punti per PMI 55 punti per grandi imprese Hai bisogno di supporto per accedere ai contributi a fondo perduto? Lo Studio Legale Campofranco può aiutarti a redigere e presentare il progetto in modo corretto e conforme alle linee guida della Regione Lazio. Prenota ora una consulenza gratuita compilando il form che trovi qui sotto e comincia a costruire il futuro sostenibile della tua azienda.

subappalto

Subappalto qualificante: è necessario indicare il subappaltatore già in sede di gara?

Il subappalto rappresenta una delle principali dinamiche operative nel settore degli appalti pubblici, regolato dall’art. 119 del d.lgs. 36/2023 (Codice dei Contratti pubblici). Esso permette all’appaltatore principale di esternalizzare determinate prestazioni contrattuali a soggetti terzi, mantenendo la responsabilità ultima nei confronti della stazione appaltante. Tuttavia, uno degli aspetti maggiormente dibattuti riguarda l’obbligo, o meno, di indicare preventivamente il subappaltatore nella fase di gara, nei casi in cui solo grazie alla partecipazione di quest’ultimo, il concorrente principale sia in grado di soddisfare i requisiti di gara (c.d. subappalto qualificante o necessario). Tale questione si interseca con i principi di trasparenza, par condicio e concorrenza, delineando un quadro giuridico di particolare complessità. Una recente pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia (TAR Sicilia) ha chiarito che, anche in ipotesi di subappalto qualificante (o necessario), non sussiste un vincolo normativo che imponga l’indicazione del subappaltatore in sede di offerta. Questo orientamento rafforza la distinzione tra subappalto e avvalimento e riduce gli oneri amministrativi a carico degli operatori economici, lasciando maggiore libertà nella scelta dei partner commerciali, che non devono essere preindividuati in maniera rigida già in sede di partecipazione alla procedura di gara. Analisi della vicenda processuale La decisione del TAR Sicilia prende le mosse dal ricorso presentato da un’impresa partecipante a una procedura di gara pubblica indetta dal Comune di Palermo per la fornitura di isole ecologiche smart, nell’ambito del programma PON Metro, da aggiudicarsi secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In particolare la ricorrente impugnava l’aggiudicazione lamentando, tra i diversi motivi di ricorso, la mancata indicazione da parte dell’aggiudicatario del subappaltatore che questi aveva previsto per lo svolgimento del servizio di magazzino e logistica. Nella tesi della ricorrente, pur rientrando tale attività nelle categorie scorporabili, vertendo in una fattispecie di subappalto qualificante (o necessario), l’aggiudicataria avrebbe dovuto indicare il nominativo del subappaltatore, non possedendo questa altrimenti i requisiti per partecipare alla procedura di gara. Tale omissione avrebbe, dunque, dovuto determinare l’esclusione dell’offerta avversaria, in quanto lesiva dei principi di certezza e trasparenza della gara. Principi giuridici enunciati nella sentenza Il TAR Sicilia ha rigettato il ricorso, chiarendo che l’obbligo di indicazione preventiva del subappaltatore non trova fondamento giuridico nella disciplina vigente, nemmeno nei casi in cui il subappalto sia imprescindibile per l’esecuzione dell’appalto. Il Collegio ha altresì evidenziato che il subappalto si configura come un istituto relativo alla fase esecutiva del contratto e non a quella di selezione dell’operatore economico, distinguendosi nettamente dall’avvalimento, il quale invece riguarda i requisiti di partecipazione alla gara. Il principio enunciato dal TAR Sicilia si colloca in continuità con un consolidato orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato, secondo cui la richiesta di indicare preventivamente il subappaltatore comporterebbe un onere sproporzionato e potenzialmente distorsivo della concorrenza. L’imposizione di un obbligo generalizzato in tal senso, infatti, potrebbe ridurre la partecipazione alle gare, limitando l’accesso al mercato e ostacolando il principio del favor partecipationis. Implicazioni pratiche e considerazioni conclusive La sentenza del TAR Sicilia rappresenta un ulteriore consolidamento dell’approccio flessibile al subappalto nella normativa sugli appalti pubblici. Essa sottolinea la necessità di bilanciare gli obblighi di trasparenza con l’esigenza di garantire una gestione agile ed efficiente degli appalti. Per gli operatori economici, questa decisione offre un quadro normativo più chiaro e meno restrittivo, consentendo loro di pianificare l’esecuzione dell’appalto con maggiore flessibilità e senza l’onere di identificare con largo anticipo eventuali subappaltatori. Resta tuttavia essenziale che le imprese partecipanti a procedure di gara esaminino attentamente le disposizioni specifiche contenute nei bandi, poiché in taluni casi possono essere previste regole più stringenti. Prenota una consulenza gratuita Compila il form qui sotto all’articolo e richiedi una consulenza per approfondire le dinamiche normative del subappalto o ottenere supporto nella partecipazione a gare pubbliche. L’Avvocato Campofranco, esperto in Appalti e Bandi di Gara è a tua disposizione per fornirti assistenza su ogni aspetto legato alla contrattualistica pubblica e alla compliance normativa.

documentazione gara pubblica

Quale documentazione serve per una gara pubblica? Evita gli errori!

Partecipare a una gara pubblica può sembrare un processo complesso, ma con la giusta preparazione è possibile affrontarlo con serenità. La partecipazione non si limita alla presentazione di documenti, ma richiede un’attenzione particolare ai dettagli e una conoscenza approfondita delle normative. In questo articolo, vedremo quali sono i principali documenti richiesti, gli errori da evitare e come affrontare con successo l’intero processo. Documentazione essenziale per le gare pubbliche Ogni procedura di gara prevede specifici requisiti documentali, ma generalmente i documenti richiesti si dividono in: Domanda di partecipazione: contenente una serie di dichiarazioni relative alle caratteristiche dell’impresa e al possesso dei requisiti di ordine generale (assenza di condanne o altre circostanze che potrebbero mettere in dubbio l’affidabilità del concorrente) e di ordine speciale (relativi alle capacità tecnico-professionali del concorrente). Certificati di idoneità tecnico-professionale: dimostrano che l’impresa ha le competenze tecniche per eseguire le prestazioni oggetto di appalto, come certificazioni ISO o, in caso di lavori, attestazioni SOA. Garanzie fidejussorie: da prestare in favore della Stazione Appaltante a garanzia dell’impegno assunto dal concorrente con la partecipazione alla procedura di gara. Offerta tecnico-economica: contenente la vera e propria offerta che andrà a delineare, congiuntamente al Capitolato speciale d’appalto, diritti e obblighi del concorrente in caso di aggiudicazione. È fondamentale verificare i dettagli del bando di gara, in quanto ogni ente potrebbe richiedere documentazione aggiuntiva. Non sottovalutare l’importanza di leggere attentamente le specifiche tecniche e amministrative del bando. Gli errori più comuni da evitare La documentazione incompleta o non conforme è tra le principali cause di esclusione dalle gare pubbliche. Vediamo nel dettaglio gli errori più frequenti e come prevenirli: Compilazione errata: moduli non firmati o dati mancanti. Ogni modulo deve essere controllato più volte prima dell’invio per evitare errori banali ma determinanti. Scadenze non rispettate: inviare i documenti oltre il termine stabilito nel bando. Questo errore può essere evitato pianificando con anticipo la raccolta e la compilazione della documentazione. Mancanza di documenti specifici: alcuni bandi richiedono documenti particolari. La mancata presentazione di tali documenti può portare all’esclusione immediata. Conformità non verificata: documenti che non rispettano i formati richiesti o che contengono informazioni obsolete possono essere motivo di esclusione. Un controllo accurato e l’assistenza di un professionista possono fare la differenza nella gestione di questi aspetti. Come ti supporta l’Avvocato Campofranco Preparare la documentazione per una gara pubblica richiede attenzione, competenze specifiche e un approccio strategico. L’Avvocato Massimiliano Campofranco offre un supporto completo per: Analizzare i requisiti del bando, individuando eventuali criticità o lacune nella documentazione. Verificare la correttezza della documentazione, assicurandosi che sia completa e conforme alle specifiche richieste. Evitare errori formali che potrebbero compromettere la tua partecipazione, fornendo soluzioni personalizzate per ogni tipo di gara. Supportarti durante tutto il processo, offrendo consulenza legale anche nelle fasi successive all’aggiudicazione della gara. La sua esperienza garantisce una gestione professionale e accurata, eliminando ogni dubbio o incertezza legata alla procedura. Prenota una consulenza gratuita Se devi partecipare a una gara pubblica e vuoi essere sicuro di presentare una documentazione impeccabile, affidati a uno specialista. Prenota ora una consulenza sul sito www.studiocampofranco.it e metti al sicuro la tua candidatura! Approfitta dell’opportunità di ricevere un’analisi completa e personalizzata per massimizzare le tue chance di successo.

Digitalizzazione PMI Regione Lazio

Digitalizzazione PMI: ottieni fino a 150.000€ a fondo perduto

La Regione Lazio ha lanciato un avviso rivolto alle Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) per incentivare progetti di digitalizzazione delle PMI che migliorino efficienza e competitività. Grazie a una dotazione finanziaria di 13 milioni di euro, il bando rappresenta un’opportunità imperdibile per le imprese del territorio. Obiettivi del Bando Il programma sostiene gli obiettivi del FESR Lazio 2021-2027: Europa più competitiva e intelligente Digitalizzazione per cittadini e imprese, migliorando processi e strumenti tecnologici. Interventi Ammissibili Le imprese possono ottenere contributi per: Diagnosi digitale completa (ex ante e ex post). Applicazioni integrate per la produttività: soluzioni digital workplace. Sistemi di Digital Commerce e Engagement: nuovi strumenti per il commercio online. Migrazione al cloud computing: trasferimento dati e applicazioni su cloud pubblico. Sistemi di cyber security: implementazione di nuove tecnologie per la sicurezza informatica. 👉 Nota: Non sono finanziabili progetti di Digitalizzazione PMI che includano solo la diagnosi digitale. Chi può Partecipare Il bando è riservato a MPMI iscritte al Registro delle Imprese con sede operativa nel Lazio. Ogni azienda può presentare un solo progetto e non deve aver già usufruito dei contributi del precedente Avviso Voucher Digitalizzazione. Tempistiche La partecipazione al Bando deve essere presentata entro le 17.00 del 14 Febbraio 2025. Gli interventi devono essere completati entro 6 mesi dalla data di concessione del contributo. Dettagli sui Contributi di Digitalizzazione Il contributo è a fondo perduto, con importi variabili in base alla dimensione dell’impresa e al tipo di intervento: Diagnosi Digitale: fino a 21.427,20 € (solo per Piccole e Medie Imprese). Applicazioni integrate: 2.270,40 € per ciascuna. Digital Commerce: fino a 15.873,60 €. Migrazione Cloud: fino a 27.656,40 €. Cyber Security: fino a 44.917,20 €. 📌 Micro Imprese: contributo massimo 50.000 € 📌 Piccole Imprese: contributo massimo 100.000 € 📌 Medie Imprese: contributo massimo 150.000 €  Vuoi aumentare le tue possibilità di vincere il bando? Affidati all’esperienza del nostro Studio Legale! L’Avvocato Massimiliano Campofranco è uno specialista nella gestione di questi progetti e saprà guidarti passo dopo passo per massimizzare le tue opportunità. Non perdere tempo! Ogni minuto può fare la differenza. Prenota ora una consulenza gratuita con l’Avvocato Campofranco compilando il form qui sotto. Approfitta di questa occasione per far decollare il tuo progetto!