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Nuovo Codice dei contratti pubblici: subito novità in tema di parità di genere

A pochi giorni dalla sua entrata in vigore, il nuovo Codice dei contratti pubblici viene immediatamente modificato, introducendo l’obbligo di valorizzare gli operatori economici in possesso della certificazione della parità di genere.

 

Come segnalato in questo precedente articolo, il nuovo Codice dei contratti pubblici (Decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36) è entrato in vigore il 1° aprile 2023 e le sue disposizioni hanno acquisito efficacia a partire dal 1° luglio 2023.

Tuttavia, con una tecnica legislativa che sin da subito mette in allarme sul rischio che il corpus normativo venga “ritoccato” in maniera frammentata e poco organica, la Legge 3 luglio 2023 n. 87, di conversione – con modifiche – del Decreto legge 10 maggio 2023, n. 51 ha introdotto un nuovo periodo al comma 7, art. 108 del Codice, che così dispone: “Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198”.

Anche al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal PNRR (nello specifico la milestone M5C1-12, inquadrata nell’ambito della missione 5 – inclusione e coesione) il legislatore intende dunque premiare quegli operatori economici che siano attivamente coinvolti nel raggiungimento della parità di genere, certificata nelle modalità previste dal d.lgs. 198/2006, in maniera apparentemente più convinta rispetto al passato.

L’art. 95 comma 13 del d.lgs. 50/2016 già contemplava, infatti, la previsione di un “maggior punteggio” da attribuire in favore delle imprese dotate della certificazione in esame, che tuttavia ha trovato scarsa applicazione nella prassi. Ad ogni modo, la diversa formulazione nel nuovo Codice dei contratti pubblici sembrerebbe far intendere che tale punteggio aggiuntivo debba essere obbligatoriamente inserito negli atti di gara.

Non possiamo dunque che attendere  e osservare come il nuovo dettato normativo verrà interpretato dalle Stazioni Appaltanti e quale rilievo otterrà concretamente la certificazione della parità di genere nell’ambito della valutazione delle offerte tecniche.

Articolo scritto da Avvocato Massimiliano Campofranco – settore Diritto Amministrativo e Appalti

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