Correttivo al Codice degli Appalti

Correttivo al Codice degli Appalti: le principali novità

Il 7 gennaio 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto correttivo al Codice dei Contratti Pubblici (Decreto legislativo 31 dicembre 2024, n. 209). Questo nuovo testo normativo introduce significative modifiche che hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la trasparenza e la competitività delle procedure di appalto, con interventi mirati a favorire innovazione e sostenibilità. Le novità introdotte puntano non solo a semplificare il sistema, ma anche a rendere più inclusivo l’accesso alle gare pubbliche, migliorando la qualità dei progetti realizzati. Di seguito, quindi, una panoramica completa delle principali novità e del loro impatto sul settore.

1. Delegificazione degli allegati

Gli allegati tecnici al Codice degli Appalti sono stati separati dal corpo normativo principale, permettendo, in questo modo, un aggiornamento più rapido e flessibile dei riferimenti tecnici e normativi. Questa scelta consente, infatti, agli operatori economici di adattarsi più facilmente alle trasformazioni normative a livello europeo e internazionale, garantendo maggiore competitività e innovazione. Inoltre, la delegificazione mira anche a ridurre i costi burocratici, permettendo aggiornamenti puntuali e tempestivi senza ricorrere a iter legislativi complessi.

2. Disciplina dell’equo compenso

La normativa sull’equo compenso di cui alla legge 31 dicembre 2012, n. 247 e s.m.i. assicura ai professionisti una remunerazione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro svolto. Questa misura, inoltre, tutela figure professionali come architetti, ingegneri e consulenti, valorizzando le loro prestazioni e rafforzando la fiducia nel sistema degli appalti pubblici. Il correttivo impone di individuare una importo fisso non ribassabile, pari al 65%, calcolato sulla base delle tabelle di cui all’allegato I.13, lasciando come quota ribassabile solo il restante 35% dell’importo a base di gara, con l’intenzione di sviluppare una concorrenza in misura solo marginale sull’elemento prezzo e in maniera preponderante sull’elemento qualitativo.

3. Tutele lavoristiche

Nuove disposizioni migliorano le condizioni lavorative nei contratti pubblici. Il correttivo infatti impone l’individuazione da parte della Stazione Appaltante del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) applicabile sin dalla decisione di contrarre, estendendo tale obbligo anche alle prestazioni scorporabili da quelle principali. Viene inoltre rafforzato il rigore sui controlli relativi alla dichiarazione di equivalenza delle tutele, laddove l’operatore economico intenda applicare un CCNL diverso rispetto a quello indicato dalla Stazione Appaltante nei documenti di gara.

4. Rotazione degli affidamenti e garanzie per gli appalti sotto soglia

Le regole sulla rotazione degli affidamenti incentivano la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI). Il correttivo impone una motivazione (ancor più) rafforzata nel caso in cui la Stazione Appaltante intenda derogare al principio di rotazione. Questi interventi mirano, quindi, a rendere il mercato più equo e accessibile, favorendo l’inclusività delle PMI.

5. Digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti

Viene ulteriormente rafforzato l’impiego di strumenti digitali.

In particolare il correttivo innalza da 1 a 2 milioni la soglia oltre la quale è obbligatorio l’utilizzo nei lavori del Building Information Modeling (BIM), vengono introdotte modifiche volte a favorire l’utilizzo del Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE), a migliorare l’utilizzo del casellario informatico e della Banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNC) e vengono chiarite le modalità di certificazione delle piattaforme telematiche impiegate dalle stazioni appaltanti per lo svolgimento delle procedure di gara.

6. Revisione dei prezzi

Nuovi criteri introdotti all’art. 60 per la revisione dei prezzi tanto nei lavori quanto nei servizi/forniture considerano le variazioni di mercato, garantendo la sostenibilità economica dei contratti. Questo intervento mira, infatti, a proteggere sia le amministrazioni appaltanti sia gli operatori economici, evitando squilibri finanziari durante l’esecuzione dei contratti.

7. Sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti

Il sistema di qualificazione migliora, inoltre, la competenza e professionalità delle stazioni appaltanti. Criteri rigorosi di valutazione promuovono, infatti, standard operativi più elevati e responsabilità. L’articolo 62 del decreto legislativo n. 36/2023 definisce questa innovazione. Oltre a migliorare la qualità delle gare d’appalto, il sistema introduce, pertanto, incentivi per le stazioni appaltanti che adottano pratiche innovative e sostenibili.

8. Tutela delle micro, piccole e medie imprese

I criteri di suddivisione in lotti e il subappalto sono stati modificati, inoltre, per favorire l’accesso delle PMI agli appalti pubblici. Incentivi specifici incoraggiano, quindi, la collaborazione tra PMI e grandi imprese, promuovendo uno sviluppo economico bilanciato e sostenibile. Queste misure contribuiscono, infatti, a creare un ecosistema più equo e dinamico, favorendo la crescita delle realtà imprenditoriali locali.

9. Partenariato pubblico-privato e finanza di progetto

Le procedure per il partenariato pubblico-privato e la finanza di progetto sono state semplificate, infatti, agevolando collaborazioni strategiche tra pubblico e privato. Linee guida chiare facilitano, inoltre, l’interazione tra le parti, garantendo un utilizzo efficiente delle risorse disponibili. Questa semplificazione incentiva, pertanto, investimenti in progetti infrastrutturali strategici, con un impatto positivo sullo sviluppo del territorio.

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